Il Festival di Sanremo 2025 si distingue per un ritorno all’essenzialità. Carlo Conti, al timone della kermesse, ha deciso di ridurre gli eccessi, puntando tutto sulla musica. Meno sketch, meno teatrini e meno distrazioni: l’edizione appare più lineare, sobria e, in certi momenti, quasi “pesante”.
“Lo spettacolo dov’è? È la musica”, ha dichiarato Conti, segnando una netta rottura con le edizioni passate, in cui polemiche e intrattenimento avevano spesso preso il sopravvento. Eppure, questo focus ha anche un rovescio della medaglia.
Se da un lato il Festival sembra più concentrato sulla musica, dall’altro manca quella dinamicità che aveva reso Sanremo un evento tanto amato dai giovani. Negli anni iniziative come il Fantasanremo, la creazione di meme e dibattiti sui social su momenti “non programmati” hanno creato una connessione diretta con il pubblico più giovane, facendo di Sanremo un’esperienza collettiva.
Oggi, invece, l’assenza di questi momenti ha fatto percepire il Festival come un evento più “adulto” e riflessivo. Molti spettatori sembrano vivere il Festival come una staffetta, un flusso rapido che scivola via senza sorprese o momenti inaspettati, privando lo show di quel ritmo coinvolgente che ne aveva fatto un evento di massa.
Carlo Conti ha riportato la musica al centro, ma è riuscita questa scelta a mantenere viva l’attenzione di tutte le generazioni, o il Festival ha perso un po’ del suo appeal, soprattutto tra i giovani, che si sono sentiti esclusi da un evento sempre più distante dalle loro aspettative?

